Il centro di Spalato corrisponde all’antico palazzo dell’imperatore Diocleziano, l’imperatore romano che, inventando la “tetrarchia” riuscì a ritardare il crollo dell’impero.
Dopo la breve deviazione/sosta per visitare gli Stecci, abbiamo puntato verso Spalato. Una volta preso possesso dell’appartamento ci siamo diretti verso il centro della città, corrispondente all’antico palazzo di Diocleziano, uno dei più importanti imperatori romani.
Perché Diocleziano abbia scelto proprio questo luogo per la sua residenza ce lo spiega lui stesso, nell’intervista che abbiamo realizzato.
Quando la Dalmazia venne invasa dagli Unni di Attila, gli abitanti della città di Salona, la più importante della zona, fuggirono e si rifugiarono nell’antico palazzo fortificato e lo adattarono alle proprie esigenze.
Il palazzo conserva ancora le sue quattro porte, che vale la pena esplorare, perché tutte particolari. Oggi non c’è un ingresso principale, ma ognuna delle quattro porte propone una prospettiva diversa sulla città. La porta nord, detta porta aurea, probabilmente la più famosa, permette di ammirare alcuni dei più bei vicoli di Spalato prima di arrivare al centro monumentale con la Cattedrale. La porta est è accanto al Peristilio e di fianco al mercato, permette di trovarsi immediatamente a contatto con la Cattedrale.
La porta ovest permette di immergersi nella storia andando per gradi: passando dalla piazza della Repubblica, relativamente moderna, alla zona medievale (Piazza del popolo, Narodni trg) e finalmente arrivare alle mura del palazzo. La porta sud, è sicuramente la più spettacolare: immersa nelle mura lato mare, permette di entrare nel palazzo dal bellissimo lungomare di Spalato, passando dai sotterranei per ascendere poi verso la luce della Cattedrale e del Peristilio.
Da qualsiasi porta si entri, l’arrivo alla Cattedrale è emozionante. Concepita come mausoleo dell’imperatore Diocleziano e trasformata poi in chiesa (curiosamente Diocleziano fu uno dei maggiori persecutori dei cristiani) è una magnifica struttura romana: imponente, dalla pianta centrale, caratterizzata dalle enormi colonne all’interno e dall’agile porticato all’esterno. Lo svettante campanile che la affianca, sebbene di epoca medievale, è un compagno che permette di slanciare la figura del tozzo mausoleo.
L’interno è circolare e mistico con le colonne sovrapposte e la cupola romana spoglia ma imponente. Anche la cattedrale è stata contaminata in epoca medievale con l’aggiunta di un coro dietro l’altare – splendidi gli intagli – e alcune modifiche alla struttura. Le modifiche però non hanno variato la sacralità dell’ambiente principale che è ancora tipicamente romano.
Il peristilio è probabilmente il monumento-simbolo di Spalato. Le colonne di granito, gli archi a tutto sesto, il timpano a chiusura dello spazio ne fanno un luogo di estrema eleganza. Se l’occhio tende ad abbracciare l’insieme e ad apprezzarne le perfette proporzioni, la bellezza e la particolarità del luogo sono da cercare nei dettagli che, inevitabilmente, sfuggono ad una prima occhiata: la sfinge nera placidamente appoggiata su una balaustra, le strutture medievali cresciute a fianco, la chiesa dallo stile veneziano costruita ai margini della piazza, gli scorci sulla cattedrale e il campanile.
Inevitabilmente, a colpire è anche la luce. Ci si trova in uno spazio delimitato, ma contemporaneamente aperto e inondato di luce che viene riflessa dai marmi bianchi. Se si ha la fortuna di capitare in una giornata di sole e con il cielo terso, il contrasto tra il bianco della piazza e il blu del cielo è entusiasmante.
Proseguendo sotto al timpano del peristilio si entra nel vestibolo: una stanza con una cupola aperta da un occhio, estremamente suggestiva. Da qui è poi possibile proseguire e arrivare al museo etnografico.
Percorrendo un viottolo posto di fronte all’ingresso della Cattedrale si arriva al Tempio di Giove. Trasformato successivamente in battistero, conserva tuttavia parte della struttura romana (alcune colonne) e una sfinge (sfigurata) all’ingresso.
Al di là della struttura esterna, l’interno è estremamente interessante: la volta a botte è decorata a cassettoni e in alcuni sono rappresentate delle espressioni, cosa abbastanza singolare. La vasca battesimale è stata creata con materiale di reimpiego (plutei dell’altare della Cattedrale) e, tra la varie particolarità c’è la prima rappresentazione in pietra di un re croato.
Fanno parte del pacchetto di visita ai monumenti di Spalato anche la cripta della Cattedrale (interessante per la sovrapposizione delle strutture romane e i rinforzi medievali) e il museo (sono qui conservati alcuni pezzi lapidei).
Al di fuori del circuito monumentale, l’area del palazzo di Diocleziano è un dedalo di vicoletti, uno più bello dell’altro, tutti da esplorare con scorci meravigliosi.
A Spalato abbiamo trovato questo ristorantino che ci piaceva molto. Si chiama “Bepa!” ed è in piazza del popolo (in italiano si chiama così, in croato è un grumo di consonanti impronunciabili).
La terza volta che ci siamo trovati a mangiare lì ci ha servito una cameriera che conosceva bene l’inglese ma anche qualche parola di italiano. Quella sera ho ordinato una bistecca e l’ho fatto in italiano. Poi lei ha chiesto qualcosa a mio padre, in inglese. L’unica cosa che ho capito è stata ‘medium’: pensavo si riferisse alla dimensione della bistecca, ma siccome ero affamata ho detto:
– No, no, non media… Grande! Grande!
A quel punto tutti si sono messi a ridere e mio padre ha concluso l’ordine dicendo:
– Si riferiva alla cottura, non alla dimensione… medium is fine, thanks!
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