La Nascita di Venere di Botticelli spiegata ai bambini: chi sono i personaggi rappresentati? A cosa si è ispirato Botticelli?
Il quadro che noi conosciamo come “La nascita di Venere“, dipinto da Sandro Botticelli, e conservato agli Uffizi di Firenze, non rappresenta, in realtà, la nascita di Venere. Sebbene il mito della nascita sia piuttosto simile alla rappresentazione che ne da Botticelli, il pittore fiorentino voleva in realtà rappresentare l’arrivo di Venere a Cipro.
Una volta che il quadro fu commissionato, Botticelli prese ispirazione, per la realizzazione da uno scritto di Poliziano. Poliziano era un poeta e aveva scritto un poema, dedicato a Giuliano de’ Medici – fratello di Lorenzo il Magnifico – nel quale il protagonista (lo stesso Giuliano) si innamorava perdutamente della ninfa Simonetta. A farlo innamorare è Cupido, figlio di Venere. Quando la madre lo viene a sapere, decide di aiutare Giuliano. In alcuni versi del poema di Poliziano è descritta la scena dell’arrivo di Venere all’isola di Cipro, dove “risiede”. Botticelli decide, quindi, di rappresentare quel momento.
Per il movimento sinuoso l’ispirazione di Botticelli arrivò quasi certamente ad un’antica statua di Venere in possesso dei Medici. Il movimento, infatti, è molto simile a quello con il quale classicamente veniva rappresentata la dea Venere.
Infine, i due venti che volano abbracciati derivano anch’essi da un’antica gemma di epoca ellenistica appartenente a Lorenzo il Magnifico.
Il quadro di Botticelli fa capire bene com’era la Firenze del Quattrocento. Il pittore non lavorava isolato nella sua bottega ma aveva continui rapporti e si confrontava con il committente (i Medici) e con altri artisti (Poliziano) che lo influenzavano ed erano da lui influenzati.
Il quadro è diviso in modo piuttosto netto in tre parti. A sinistra si trovano due figure: quella maschile è quasi certamente il vento Zefiro (presente anche nella Primavera, sempre di Botticelli), quella femminile probabilmente un altro vento (Aura o Bora) o la ninfa Clori.
Al centro è rappresentata Venere, nuda, sopra ad una conchiglia. La figura di Venere viene considerata come il prototipo della bellezza femminile del Rinascimento. A quanto pare, Botticelli ritrasse in Venere Simonetta Vespucci, nobildonna considerata bellissima e della quale Giuliano de’ Medici era innamorato.
Sulla destra, una delle Ore (divinità che sovrintendono al mutare delle stagioni), in particolare la Primavera tende a Venere un drappo intarsiato di fiori (mirti, primule e rose) con il quale coprirsi. La stessa Ora indossa un vestito finemente decorato di fiori (rose e fiordalisi).
Nello spiegare ai bambini la Nascita di Venere di Botticelli non si può non notare come le rose, simbolo della Primavera, non si trovano solo sul drappo e sul vestito della figura di destra, ma sono anche sospinte dal vento e affollano il mare dietro alla dea. Da notare come le rose non assomiglino al fiore come siamo abituato a vederlo oggi, con decine di petali. Botticelli rappresenta rose con solo una corona di petali: queste sono rose “antiche”. Le rose che vediamo abitualmente oggi hanno subito forti modifiche da parte dei botanici nel corso del tempo.
L’orlo della conchiglia su cui Venere è sospesa e alcune altre lumeggiature sono dipinte in oro per donare una luce più vivida all’intera composizione.
Se poi per caso vi capita di notare un blando tono azzurrognolo in tutta la composizione non sfregatevi gli occhi, e non pensate nemmeno che sia colpa del trascorrere del tempo. Il dipinto è stato eseguito su un lino imbibito di gesso a cui è stato mescolato del pigmento blu. Per questo motivo il quadro ha quella lieve tonalità.
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