A Kabul c’è un enorme tesoro: risale ai tempi di Alessandro Magno, ma la situazione nella capitale Afghana non è buona e il Parlamento sta pensando ad una soluzione.
L’inizio della storia del tesoro di Alessandro Magno
Questa storia inizia 330 anni prima di Cristo. Alessandro Magno, poco più che ventenne re di Macedonia sconfigge ripetutamente l’imperatore Dario III. L’impero persiano implode. Alessandro governa dalla Macedonia all’Egitto, dalla Grecia all’India. La cultura greca invade l’Asia e si mescola inevitabilmente con le tradizioni locali. Come era tradizione sia in Oriente che in Occidente la sepoltura di principi e principesse comprendeva oggetti in oro costellati di pietre preziose.
Le riscoperte del 1978 e del 2004
Un archeologo russo, nel 1978 individuò alcune tombe nello stato dell’Afghanistan. Scavandole trovò qualcosa come 100.000 oggetti preziosi che furono immediatamente trasportati a Kabul. Pochi mesi dopo, la Russia comunista invase l’Afghanistan. Il direttore del museo di Kabul nascose una parte del tesoro e da allora non se ne seppe più nulla.
Né i diversi regimi che si sostituirono da allora alla guida del pase né i Talebani riuscirono mai a rientrare in possesso del tesoro che si credette perduto o, forse, trasferito a Mosca dall’esercito russo in smobilitazione.
In realtà il tesoro rimase nascosto fino al 2004 quando finalmente alcuni funzionari lo ritrovarono quasi intatto. Vista la situazione non stabilissima dell’Afghanistan il tesoro viaggiò all’estero, in un tour tra diversi musei negli Stati Uniti in Francia e in Germania.
Una volta rientrato dall’estero il tesoro doveva trovare stabile dimora in un museo appositamente costruito, ma ancora una volta – siamo ai nostri giorni – la situazione in Afghanistan divenne via via sempre più instabile e sempre meno sicura per 20.000 pezzi d’oro dal valore quasi inestimabile.
Il Parlamento adesso deve decidere cosa fare dell’immenso tesoro di Alessandro Magno: conservarlo a Kabul è sempre più rischioso. Forse sarebbe più opportuno, ancora una volta, trasferirlo in un museo all’estero.
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