Nella Palazzina della Secessione, a Vienna, è conservato il famoso fregio di Beethoven: opera di Gustav Klimt realizzata nel 1902 e piena di simboli non sempre facili da spiegare ai bambini. In questo articolo proveremo a spiegare la simbologia del fregio di Beethoven ai bambini in modo che possano leggere correttamente l’opera del famoso artista austriaco.
Il fregio di Beethoven ha una storia lunga e complicata: vediamo di riassumerla. Gustav Klimt realizzò il fregio di Beethoven nel 1902 in occasione di una mostra di artisti della Secessione. Teoricamente il fregio doveva essere smontato e distrutto immediatamente dopo la fine della mostra. Tant’è vero che Klimt utilizzò materiali non particolarmente resistenti per realizzare l’opera. Dopo la fine della mostra, però, si decise che l’anno successivo, si sarebbe dedicata un’esposizione proprio a Klimt. A quel punto non aveva senso distruggere l’opera (per quanto non avesse ricevuto particolare apprezzamento) e così venne mantenuta. L’anno successivo il collezionista Carl Reininghaus acquistò l’opera, dividendola in 7 parti (si vedono ancora benissimo i tagli verticali). Reininghaus la cedette poi nel 1915 all’industriale August Lederer che era un grande appassionato di Klimt.
Poiché i Lederer erano ebrei si videro confiscata l’opera dai nazisti che, fortunatamente, non la distrussero e la famiglia ne rientrò in possesso alla fine della guerra. Nel 1973, infine, la Repubblica d’Austria acquistò il fregio di Beethoven di Klimt.
Ludwig van Beethoven è stato uno dei più importanti compositori di musica della storia. Nonostante abbia composto melodie immortali la sua opera più famosa è una delle sue ultime composizioni: la nona sinfonia.
Le sinfonie sono composizioni divise normalmente in quattro parti. La nona sinfonia di Beethoven, però ha una particolarità: l’ultima parte è suddivisa a sua volta in quattro parti. Beethoven la compose da anziano, ed era completamente sordo. La sinfonia è famosa soprattutto perché una delle sue melodie, è l’inno alla gioia: oggi inno della Comunità Europea.
Gli artisti della secessione vedevano in qualche modo in Beethoven un modello. Era l’esempio di quello che l’uomo poteva fare, nonostante le avversità della vita: comporre una sinfonia, pur essendo sordi, non deve essere esattamente semplice. Klimt, così si ispirò a questa sinfonia per la sua opera.
Per capire il fregio di Beethoven bisogna partire dalla parete lunga di sinistra dove si trovano una serie di figure dipinte solo nella parte alta. Queste figure in qualche modo ci guidano nella lettura dell’opera, indicandoci in quale direzione leggerla. Rappresentano “l’anelito alla felicità“, ovvero la voglia che abbiamo tutti di essere felici. La “storia” che ci viene raccontata inizia con il Cavaliere in armatura dorata che, in piedi e appoggiato alla sua spada, ascolta le richieste dell’umanità (le due donne sullo sfondo). Dietro i lui ci sono la rappresentazione della compassione (le due persone in ginocchio) e dell’ambizione (la persona in piedi).
Come tutti i cavalieri, anche questo deve andare in battaglia e combatte -sempre simbolicamente- con i cattivi. Si arriva così al pannello centrale. Qui troviamo il mostro Tifeo rappresentato come una grande scimmia con le ali blu e il corpo di serpente. Alla destra del mostro ci sono tre figure femminili che rappresentano la lussuria (la donna con i capelli rossi), l’impudicizia e l’incontinenza (la donna con il ventre prominente). Alla sinistra di Tifeo, invece, ci sono le sue tre figlie: le gorgoni, che indossano gioielli e serpenti e simboleggiano la pazzia, la malattia e la morte. Un po’ più distante, rannicchiata, troviamo l’angoscia che rode. In sostanza, questo pannello rappresenta “il male”.
Si arriva così nella parete di destra dove troviamo la rappresentazione dell’anelito della felicità che si placa nella Poesia. In sostanza l’artista ci vuole dire che l’unico modo per essere davvero felici è l’arte (non la poesia in particolare, ma tutta l’arte che, secondo i secessionisti, era una cosa sola: non più da distinguersi in pittura, scultura architettura…).
L’ultimo pannello vede infine il Cavaliere, spogliato della sua armatura, abbracciare e baciare la Poesia. Attorno a loro, un coro che canta l’inno alla gioia (la parte finale della nona sinfonia di Beethoven) e sopra di loro il Sole e la Luna. Più a sinistra una serie di figure sovrapposte simboleggiano l’albero della Vita.
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