La chiamano “food valley” e, a conti fatti, hanno ragione. La provincia di ParmaCosa vedere in un giorno a Parma Se vi state chiedendo cosa vedere in un giorno in cui siete di passaggio a Parma, ve lo spieghiamo in questo articolo è un tripudio di sapori: salumi a profusione, formaggio (sì, qui l’uso è singolare: si concepisce solo il Parmigiano-Reggiano), tartufi (a Fragno), funghi (a Borgo Taro) e poi paste fresche, torta fritta… Ma, soprattutto, appunto, salumi. Vediamo allora quali sono i 5 salumi per parmense che non bisogna mancare per nessun motivo.
Prosciutto di Parma
Sembra banale, ma il prosciutto di Parma è davvero immancabile. Ma non osate entrare in una bottega di Parma e chiedere semplicemente del “prosciutto”, se non volete essere sbertucciati dal commesso di turno. Dovrete specificare almeno la stagionatura (solitamente 18, 24 o 30 mesi) e il taglio: fiocchetto, culatello o gambetto.
Anche se si chiama ‘di Parma’ il luogo di produzione è in realtà principalmente Langhirano.
Salame di Felino
Come dice il nome, viene prodotto nella zona di Felino, piccolo centro alla base delle colline del parmense. Si tratta di carne macinata non troppo finemente e diversamente speziata (tradizionalmente, ogni norcino ha la sua ricetta di spezie) fatta poi stagionare all’interno di un budello naturale. A seconda dei gusti personali lo si può mangiare ancora relativamente fresco (quindi con la pasta ancora morbida) o più stagionato.
Culatello di Zibello
Il re dei salumi, e quindi fa parte dei 5 salumi del parmense da non mancare. E’ la parte migliore del prosciutto fatta stagionare per almeno un anno. Come dice il nome, viene prodotto a Zibello e dintorni, nella bassa. Ingrediente fondamentale della lunga stagionatura è la nebbia invernale, che nella bassa è particolarmente fitta e rendendo l’atmosfera umida permette al salume di asciugare più lentamente. Quando viene tagliato sprigiona un aroma inconfondibile e il gusto è un tripudio di sapori.
Tra i 5 salumi del parmense da non mancare c’è anche il Fiocchetto
Il fiocco o fiocchetto di prosciutto è il fratello minore, meno pregiato, del culatello. E’ anche fisicamente più piccolo: ma non per questo è una cenerentola. Dotato di un sapore aromatico è ottimo per un antipasto meno impegnativo rispetto al più blasonato culatello.
Spalla cotta di San Secondo
Tra tutti questi salumi merita un posto anche un salume cotto: la spalla cotta di San Secondo. Di certo è un sapore completamente diverso rispetto a quelli visti finora, ma non per questo meno interessante. Anzi. La spalla cotta ha dalla sua delle caratteristiche del tutto peculiari: il gusto completamente differente e la diversa lavorazione, ad esempio. Ma soprattutto, va gustata in modo diverso. Se i salumi crudi (con l’eccezione del salame) vanno affettati finemente affinché sprigionino tutti i loro aromi, la spalla cotta va tagliata a coltello, lasciandola un po’ spessa e irregolare. Inoltre l’ideale sarebbe gustarla calda (ma non bollente!).
Spalla cruda di Palasone
Sì, avevamo detto cinque salumi e questo è il sesto: ma anche questo è irrinunciabile! Se a San Secondo la spalla la cuociono, a Palasone la lasciano cruda. E lo fanno da circa 900 anni! Infatti i primi documenti che riguardano questa leccornia risalgono al 1170. Senz’ombra di dubbio, tra quelli qui elencati è il salume meno blasonato e ricercato ma… dategli una possibilità e non vi deluderà!