Le isole Elafiti sono un piccolo arcipelago posto appena a nord di Dubrovnik. Fare un giro su queste isole significa (intra)vedere qualcosa di diverso e un po’ meno turistico rispetto alla città di Dubrovnik, sicuramente la maggior attrattiva della regione. Le gite che partono da Dubrovnik sono quasi tutte pubblicizzate al porto vecchio o nelle vicinanze della spiaggia di Banje. Solitamente permettono di visitare tre isole dell’arcipelago delle isole Elafiti: Lopud, Šipan e Koločep (che in italiano corrispondono a Isola di mezzo, Giuppana e Calamotta).
Siamo partiti dal porticciolo di Štikovica su una barchetta piccola ma dotata di tutti i comfort e ci siamo diretti verso l’isola di Lopud (Isola di mezzo).
Come ci hanno intortato
Ero in giro con le bambine, al porto, a fare un po’ di foto e mi ferma questo tizio ad un banchetto. Mi parla in croato, io scrollo le spalle e provo a cavarmela con un classico “I’m sorry, I don’t understand“, ma quello un secondo dopo attacca con un inglese fluente e mi chiede di dove siamo: “Italy.“
“Ah, italiano! Io parla italiano un po’!“
Ecco, fregati, ho pensato. E infatti.
Si mette a spiegarci tutto il tour. Io sono sempre scettico su queste cose, ma le bambine si sono dimostrate subito entusiaste.
(-Ari, ma tu in barca stai male…
-Fa lo stesso
-Ah)
Il tipo si è dilungato per un po’ a raccontarci tutte le meravigliose bellezze naturali che avremmo visto nelle isole Elafiti visitate: Lopud, Šipan e Koločep (Isola di mezzo, Giuppana e Calamotta). Poi passa ad illustrarci il comfort della barca, la gentilezza del personale e via dicendo. Mentre io diventavo sempre più impaziente perché volevo fare qualche altra foto e soprattutto volevo sapere il prezzo di quella che secondo lui era una gita meravigliosa mentre a me cominciava sempre di più a sembrare la classica trappola per turisti.
Mi spara la cifra in corone croate, lo classifico come “eccessivamente caro”, mi infilo il dépliant in tasca e me ne vado a fare foto.
Rifatti i conti, con calma, grazie al dépliant, ci siamo resi conto che il conto non era per niente eccessivo e così abbiamo deciso di accettare.
L’arrivo al porto
Saremmo dovuti partire dal porto nuovo. Invece ci passano a prendere, ci caricano su un pulmino e ci portano fuori città.
Che di per sé non sarebbe un problema. Ma.
Era un pulmino da nove posti ed eravamo in otto passeggeri più il guidatore (definirlo autista mi sembra francamente eccessivo), tutti senza mascherina, in pieno periodo COVID.
Il guidatore interpretava in modo molto personale la segnaletica orizzontale e verticale e dava anche un’interpretazione molto aperta della luce rossa del semaforo e del segnale di STOP. Non sembrava inoltre aver chiaro il concetto di “limite di velocità” e sembrava ignorare il significato delle strisce pedonali. E’ stata una mezz’ora difficile quella passata sul pulmino anche perché l’ultima parte del viaggio si è svolta sulla statale costiera (non esattamente un rettilineo). L’ultimo chilometro addirittura su uno sterrato dove Arianna ha minacciato più volte di vomitare il pranzo di Natale 2018.
Alla fine, per fortuna, è andato tutto per il meglio e al ritorno lo stesso guidatore ha interpretato la strada in modo più consono alle regole ed è stato molto meno spaventoso.
Isole Elafiti: l’isola di Lopud e la spiaggia di Šunj
La barchetta ha preso le mosse lentamente dal porto e ha costeggiato la costa a poca distanza, facendocela ammirare in tutta la sua bellezza e facendoci scoprire nuove insenature e nuovi scorci ogni pochi metri. Poi si è diretta verso Lopud (Isola di mezzo), la prima delle isole Elafiti che avremmo visitato.
La barca ha attraccato a Lopud (Isola di mezzo – il paese si chiama come l’isola): la cittadina è placidamente adagiata in una bellissima insenatura caratterizzata da una breve spiaggetta sabbiosa. Subito dietro, direttamente sul lungomare, una serie di meravigliose casette tutte uguali dove apparentemente la vita scorre tranquilla e placida: i camerieri dei ristoranti sembrano meno frenetici, così come i proprietari delle osterie. Qualcuno lavorava in smartworking su una seggiola fuori dalla sua casetta vista spiaggia. Un paio di bambini giocavano ridendo nell’acqua bassa della spiaggia.
Raggiunto il centro del paese ci siamo diretti verso l’interno per raggiungere la famosa spiaggia di Šunj, esattamente dalla parte opposta dell’isola. La cosa migliore è raggiungere la spiaggia a piedi, percorrendo la breve ma faticosa salita, per godere, attraverso la passeggiata, del profumo dei boschi, il canto delle cicale e soprattutto per vedere il panorama della baia di Šunj dall’alto. Non è lontana: ci si impiegano una ventina di minuti.
Šunj è uno dei posti più belli che ci sia capitato di vedere in Croazia. Si tratta di un’ampia spiaggia sabbiosa in un’insenatura meravigliosa, con l’acqua che scende a poco a poco, perfetta, quindi, per un bagno e per i bambini. Come in tutte le spiagge che ci è capitato di frequentare in Croazia, è popolata da pesciolini più o meno grandi che si avvicinano alle gambe senza troppo timore. L’acqua è così cristallina che non è necessario indossare maschere o occhialini per vedere sott’acqua.
Dopo un bagno lungo e rilassante siamo tornati a Lopud utilizzando però le golf car (il prezzo è pressoché irrisorio) e siamo risaliti in barca, e ci siamo diretti verso Sđurađ.
Isole Elafiti: il paese di Sđurađ sull’isola Šipan
Intanto che la barca navigava placidamente verso Sđurađ (Giuppana) ci hanno servito il pranzo: la scelta era tra pesce e pollo. Ci siamo divorati il pesce. Il fatto è che ancora oggi non sappiamo che razza di pesce fosse (però era buono!): abbiamo provato a chiedere ai marinai ma ci hanno detto un grumo di consonanti in croato e ovviamente non abbiamo capito.
Nel frattempo alcuni degli altri avventori della gita hanno dato da mangiare ai gabbiani i nostri resti. Gli uccelli hanno gradito.
A Sđurađ ci siamo fermati poco: è un grazioso paesino in una baia della più grande delle isole Elafiti: Šipan (Giuppana). Ripartiti da Sđurađ ci siamo diretti verso Koločep, passando nei pressi di Ruda, un’isolotto disabitato.
Isole Elafiti: il paese di Koločep
Koločep, sull’isola omonima (Calamotta) è, di nuovo, un paesino in fondo ad una baia. Anche qui c’è una bella spiaggia ma imparagonabile a quella di Sunj che è davvero un sogno.
Le bambine hanno fatto l’ennesimo bagno della giornata, si è unita a loro una bimba (più piccola) di una famiglia tedesca di religione mussulmana. La piccola, con ogni probabilità era stanca delle angherie del fratello maggiore, così ha preso per mano Arianna e non l’ha più mollata fino al rientro sulla barca.
Sì, è vero, ci siamo fatti un po’ intortare, ma alla fine siamo stati molto contenti della gita: abbiamo fatto il bagno e qualche passeggiata. Ma soprattutto abbiamo visto tre isole delle Elafiti: Lopud, Šipan e Koločep, tutte meravigliose con l’isola di Lopud che svetta nettamente sulle altre per bellezza e caratteristiche.
Un altro punto di vista – di Azzurra
L’escursione mi è piaciuta tantissimo: non solo perché abbiamo visitato posti meravigliosi (tre isole delle Elafiti: Lopud, Šipan e Koločep) ma anche perché abbiamo pranzato sulla barca. E’ stato un pranzo fantastico: il pesce che ci hanno servito era cucinato alla griglia, direttamente sulla barca. Era semplice da mangiare e saporito e me lo sono proprio gustato.
La cosa più straordinaria, però, sono stati i gabbiani. Non mi ero mai resa conto di quanto fossero grandi i gabbiani fino a quando non ce li siamo trovati vicini: appena hanno capito che stavamo mangiando pesce hanno cominciato a seguire la barca. Quando gli altri passeggeri hanno cominciato a gettare in mare i resti del pranzo (sulle prime la cosa mi ha sorpreso ma poi mi sono resa conto che è perfettamente normale buttare in acqua i resti dei pesci) i gabbiani si sono avvicinati tantissimo e hanno recuperato i nostri scarti e li hanno mangiati.
Alcuni passeggeri hanno offerto loro il cibo direttamente dai piatti sporgendoli all’esterno della barca con le mani e dopo alcuni attimi di titubanza i gabbiani si sono fatti coraggio e hanno recuperato quel cibo. E’ stato un momento molto particolare di contatto con la natura. Non mi era mai capitato di vedere uccelli così grandi, così vicino e per di più “in azione”.
I consigli per i bambini – di Arianna
L’escursione è stata bellissima. Anche se io solitamente soffro il mal di mare, mi sono trovata molto bene: la barca andava ad una velocità modesta e il beccheggio era minimo. Non sono mai stata male ma è un aspetto da tenere presente se si viaggia con bambini particolarmente sensibili.
In generale sconsiglio l’escursione ai bambini in passeggino: è troppo faticoso salire e scendere dalla barca e a parte a Lopud dove la spiaggia di Šunj è piuttosto lontana dal porto, negli altri paesi la sosta è breve e non c’è ragione di utilizzare il passeggino.
Naturalmente è necessario dotarsi di abbondante crema solare ed eventualmente di un cappello: benché sulla barca si stia al coperto, appena si scende il sole è veramente forte ed è quindi necessario proteggersi.
Sulla barca non ci si annoia: i tragitti sono brevi. Se tuttavia qualche bambino fosse particolarmente impaziente è possibile portarsi qualche gioco o le carte per giocare sui tavolini della barca che sono sufficientemente spaziosi.
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