E’ notizia di questi giorni che in Spagna sarebbe stato ritrovato un quadro di Caravaggio (Michelangelo Merisi): Ecce Homo. Ma è davvero così? Vediamo brevemente la singolare storia dell’Ecce Homo di Caravaggio e perché è possibile che sia stato ritrovato in Spagna.
Quello che disse Caravaggio e il quadro di Genova
Che Caravaggio (Michelangelo Merisi) abbia dipinto un Ecce Homo nel 1605 è praticamente certo visto che esiste una sua nota autografa in cui lui promette il quadro (già pagato) al committente. Del quadro, però si sono perse le tracce per alcuni secoli. Fino a questo momento era stato identificato come di Caravaggio un Ecce Homo esposto a Palazzo Bianco a Genova.
Ma la storia potrebbe essere un altra: Caravaggio dipinge il quadro per Massimo Massimi (un cardinale) che poi finisce nelle mani (1631) dell’ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede. Nel 1659 l’opera finisce in Spagna e se ne perdono le tracce: potrebbe essere quella ricomparsa qualche giorno fa. Va detto che nel ‘600 i rapporti tra Genova e la Spagna erano strettissimi, quindi la possibilità che fosse finito a Genova non erano poi così campate per aria.
Cos’è successo in Spagna: è davvero l’Ecce homo di Caravaggio?
Immaginate di aver ereditato un quadro. Lo fate valutare e vi dicono che è di un “seguace” (ovvero un allievo o un imitatore) dello Spagnoletto, un pittore spagnolo attivo in quell’area e nel Sud Italia nel ‘600 che imitava vagamente il modo di dipingere del più grande pittore del tempo: Caravaggio. Fosse del maestro, il quadro varrebbe qualche centinaio di migliaia di euro, ma essendo di un seguace la quotazione è molto più bassa. Vi rivolgete quindi ad una casa d’aste che lo mette in vendita. Base d’asta: 1500 euro. Sperate, naturalmente, che ci sia qualche rilancio e che si possa arrivare a 2000, o magari 3000 euro. Niente, comunque, che cambi la vita.
Poi accade qualcosa: qualche antiquario vede la fotografia del quadro, la passa agli storici dell’arte. Qualcuno comincia ad avere dei sospetti. Qualcuno da il nome dello Spagnoletto in persona (in questo caso la quotazione salirebbe a 200 mila euro), ma non è quello il nome su cui ci si concentra. Vittorio Sgarbi rompe gli indugi e parla apertamente di Caravaggio. Maria Cristina Terzaghi, una delle massime esperte al mondo di Caravaggio vola in Spagna e conferma l’attribuzione. La cosa si complica: in caso di conferma la quotazione non sarebbe più di 1500 euro, ma potrebbe arrivare ai 450 milioni. Naturalmente l’asta viene ritirata, anche perché nel frattempo lo stato spagnolo ha bloccato il quadro: non può uscire dai confini dello stato e, in caso fosse confermata l’attribuzione, farebbe valere il diritto di prelazione.
Al Prado, già si stanno leccando i baffi.